lunedì 28 aprile 2014

Leggere i segni del cambiamento | 28 Aprile 2014 |

Prendi una nazione, piccola, ma difficile da collegare, lunga, divisa da montagne, mezzi di trasporto
inefficienti e linee ADSL ancora da posare e che, se ci sono,  trasferiscono i dati a rallentatore; divisa in 110 province, ma ancor più divisa e frastagliata nella sua componente evangelica.

Comunità lontane, talvolta fiumi, talvolta rivoli, che si disperdono, a formare laghi e laghetti, che raramente confluiscono a formare lo stesso mare.

Prendi un pastore “visionario”, anziano quel tanto che gli permette di aver visto la dinamica delle chiese evangeliche, ma giovane quel tanto da utilizzare gli strumenti che la tecnologia di quelli che potrebbero essere suoi figli mette a disposizione;  uno di quelli che sente lo Spirito e allo Spirito risponde... proprio come dovrebbe fare ogni credente.

Metti le due cose assieme. Da una parte la difficoltà, la divisione, il sospetto reciproco. Dall'altro la necessità, che lo Spirito mette in luce, di quella nazione.

E' forse questa la genesi di un progetto ambizioso, non breve, non facile, ma guidato dall'Alto; prendere 1000 credenti, portarli ad intercedere al trono della Grazia per 110 giorni per 110 province, e raccogliere nel frattempo singoli, ministri e intere comunità e farne un esercito “inginocchiato”, e che prega ogni giorno. Colla di questa visione un mezzo “secolare”, una pagina su un “social network”.

Questo è quello che ha significato per me l'iniziativa “1000xGesù” coordinata dal Pastore Claudio Ferro della comunità “Ministero Insieme" di Roma.

Mille intercessori, a ricordare i mille di Garibaldi che unirono da sud a nord l'Italia, pronti a pregare per le 110 province Italiane, a partire dal 6 Gennaio, la Befana, un misto tra religione e occultismo tipica espressione della nostra nazione, fino ad arrivare al 25 Aprile, la “Liberazione”. Ma questa volta la liberazione dallo spirito di religiosità vuoto o peggio riempito di idoli, dall'orgoglio per quello che furono i fasti di un Italia tramontata da tempo, dall'occultismo dei milioni di maghi e fattucchieri che legano le persone e dal sesso vissuto con lussuria.

Mille intercessori, e moltissimi tra singoli e comunità che vedono, capiscono il valore enorme di quello che Dio ha messo in cuore a Claudio, e senza chiedere “a che denominazione appartiene l'evento”, si uniscono per 110 giorni, trasversalmente, utilizzando come piazza comune una pagina di Facebook.

Le preghiere si incrociano da un capo all'altro della penisola, Agrigento prega per Aosta, Belluno per Bari, Cagliari per Ancona, Terni per Udine...

Il Signore manda sogni, visioni profetiche, parole di incoraggiamento tramite credenti a comunità mai conosciute fino ad allora.

Nelle piazze di molti capoluoghi si ritrovano assieme chiese locali con caratteristiche differenti tra di loro, senza spesso neppure chiedere “a chi appartenete?”. Appartengono a Cristo, appartengono al Corpo di Cristo, e questo è sufficiente per portarle a pregare assieme, senza per questo dover rinnegare nulla della propria storia ed origine.

Riuscite a capire la grandezza del progetto che non è di Claudio, ma di Colui che Claudio serve? Riuscite a capire la necessità di smentire l'affermazione con cui vengono descritte le realtà evangeliche italiane dall'estero: “piccole, ma ben divise”?

Se qualcuno pensa che le cose per il movimento evangelico della nostra nazione siano in miglioramento, mi spiace, ma tutti i messaggi che vediamo dicono il contrario. La pressione delle nuove religioni, la “scristianizzazione” al più alto livello della società, la rimozione di Cristo dal linguaggio comune nelle scuole, nelle feste un tempo “cristiane”, nella morale sessuale, stanno ad indicare momenti sempre più difficili.

Mai come in questi momenti che verranno la sopravvivenza della testimonianza vera di Cristo in Italia sarà in funzione alla capacità delle chiese di unire le proprie voci, le proprie forze, le proprie preghiere e suppliche.

La chiesa dove il Signore mi ha chiamato a servire sta vivendo sulla propria pelle la gioia di collaborare con le altre chiese del viterbese. E' un bene prezioso, che va protetto. Ma non solo protetto: va “esportato”. In altre parti d'Italia stanno accadendo cose simili.

Ci vorrà ancora tempo, ci vorrà un fuoco per incendiare il cuore delle comunità italiane, e “1000xGesù” non è che un fiammifero... ma è un segno. Le cose stanno cambiando. Le chiese stanno cambiando. I cuori stanno cambiando.

Qualcuno ancora continuerà a fare quella domanda: “di quale denominazione siete?” prima di unire voci, forze preghiere e suppliche.

Per il bene delle anime che staranno pastorando, prego siano pochi coloro che non riusciranno a leggere i segni del cambiamento.

Marco


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