sabato 16 novembre 2013

Un mondo malato alla ricerca del colpevole | 16 Novembre 2013 |

Ha creato scalpore, oltre che disturbo, la vicenda delle baby (baby? Possiamo ormai definire “baby”delle donne di 15-16 anni?) prostitute nella “Roma bene” (bene? Possiamo definire “bene” coloro che hanno una gran quantità di danaro, ma zero morale, zero correttezza, zero rispetto?)...

OK. Ho provato a pensare di scrivere un pezzo come, giornalisticamente, si dovrebbe: dare l'antefatto, esporre il fatto, cercare di individuare il problema, suggerire la soluzione... ma quello che mi esce pensando a quello che è accaduto a Roma, non è un “pezzo giornalistico... non esce dalla mia mente, ma dalla mia “pancia”, con tutto il disgusto di sapere che quello che è accaduto, accade ora, mentre sto scrivendo, e che accadrà ancora nella nostra civilissima Italia...

Quello che mi sconvolge non è il fatto che ci siano degli uomini che sfruttano delle giovani donne (smettiamola di chiamarle “baby” per favore!), né che i clienti siano uomini benestanti, padri di famiglia, impiegati come pure industriali (e smettiamola di chiamarli “bene” solo perché hanno giacca e cravatta e un conto più o meno florido in banca!); non è nulla di nuovo.

Quello che mi stupisce (e mi indigna), è la ricerca, tutta italica, del “colpevole”. Noi italiani (ma forse non solo noi), in fondo, siamo delle persone semplici: ragioniamo per concetti semplici. Per cui, se c'è qualcosa che non va, ci deve essere qualcuno che è responsabile. E' necessario ci sia, così che possiamo rilassarci e sapere che la colpa è di qualcun altro.

Nella fattispecie, ci deve essere un colpevole perché una quindicenne che frequenta il liceo ed è bella (mia nonna avrebbe detto “la bellezza del somaro”, quella che a 15 anni tutte possiedono!) , decide di prostituirsi con un sessantenne che, a ragione,  potrebbe essere suo nonno.

Il fatto crea scalpore, crea sdegno... e così parte la ricerca del colpevole! Chi ha reso possibile tutto questo? Ed ecco la “semplificazione”: questa volta se ne incarica la europarlamentare Sonia Alfano: “Il fenomeno delle baby prostitute c’è sempre stato, ma Berlusconi ne ha prodotto una legittimazione sociale e culturale. Con il caso Ruby molti uomini, anche anziani, vedendo l’esempio di un politico, per la precisione l’ex Presidente del Consiglio, che andava con una diciassettenne, si sono sentiti attratti dalla capacità di questa persona di essere considerata interessante per una ragazzina di quell’età a tal punto da fare loro invidia. Per me questo èveramente devastante come messaggio”.

Eccolo, finalmente, il colpevole! Il colpevole della decadenza morale italiana è un (ormai) tristo signore utrasettantenne, operato di carcinoma, in procinto di essere incarcerato e alla fine della sua (breve, considerando i “tecnocrati” di altri partiti) ventennale carriera politica.

Mi spiace, signora Alfano, Berlusconi è (forse) un “frutto”, non LA causa! E' (ammesso che il suo teorema sia corretto) meramente la massima espressione (grazie alla sua rilevanza politica) di quello che la decadenza morale italiana ha prodotto negli ultimi quaranta anni.

Basta leggere i dattiloscritti dell'interrogatorio di una delle giovani (non baby) prostitute per capirlo, e rabbrividire: “: (Ragazza): Avevo messo su Google: 'come guadagnare soldi.' È venuto fuori questo coso e ho mandato una mail che poi era Nunzio (Pizzacalla, uno deglisfruttatori arrestati ndr). I clienti li incontravamo a casa o anche in albergo.

Stride la necessità di "avere" a quindici anni, di trovare una fonte di reddito con cui soddisfare le necessità indotte della nostra società ammalata di modernismo, tecnologia e marketing: il nuovo smartphone, le scarpe alla moda, il biglietto per lo spettacolo o, peggio, la polverina per lo sballo... Sono queste le "inderogabili esigenze" che andranno a soddisfare i rapporti delle ragazze, non il mutuo di casa o il latte per il neonato...

E' davvero colpa di uno solo, tutto questo, o di quello che abbiamo trasmesso alle nuove generazioni in termini di valori morali ed etici?

Cosa è stato insegnato nelle case, negli ultimi 40 anni? Quali fortezze morali abbiamo edificato nei nostri figli, affinché preferissero “il meglio” non “il bene”, quel “bene materiale” con cui noi nominiamo la gente solo perché ha il portafoglio pieno? Quale etica domina le nostre mura domestiche? Quella del "diamoci una mano assieme" o quella del "gratta e vinci" in solitario?

Sinceramente, sarei più felice nel sapere che la colpa è di questo ultrasettantenne; mi tranquillizzerebbe. Mi farebbe pensare che il “resto” è sano...Sfortunatamente, non è così.

Il colpevole, il “mostro”, è da ricercare altrove, in un posto dove meno te lo aspetti: in quelle confortevoli mura di casa, davanti a una tv che non si spegne mai, dove i valori sono quelli che rimbalzano fuori da sit com, talk show e pubblicità: potere, soldi, sesso. Auto, bella donna (mezza nuda) whisky. Dove la morale a cui dice di ispirarsi la cattolicissima Italia è rimasta solo una etichetta da apporre fuori dai citofoni per dissuadere dal suonare qualcuno con “La Torre di Guardia” nella borsa di pelle nera.

“Grazie Sono Cattolico"... e poi? Quante volte hai insegnato ai tuoi figli e alle tue figlie che la purezza è un valore, e che invece “ogni lasciata è persa” è un errore? Quante volte hai dimostrato coi fatti che l'onestà è dura in un mondo di ladri, ma è ciò a cui siamo chiamati, e che invece il “fatti furbo in questo mondo di ladri” è facile, ma è quello che siamo chiamati a rifiutare? Quante volte hai detto che, nonostante tutto, bisogna a “dare a Cesare quel che è di Cesare”, e che alleggerire gli zeri sul “Modello Unico” è contro la tua morale?

Il problema vero, il motivo della decadenza, è che oltre quel cartello sul citofono o sulla porta, al di là di esso, c'è il “vuoto pneumatico” dei valori. Il mostro, mi spiace dirlo, siamo noi, ovvero tutti quelli che si sono mollemente adagiati sulla morale del “mordi e fuggi”del “ora e subito”, del “gratta e vinci”..

Per me, credente, non è nulla di nuovo, perché so che il mondo là fuori è dominato da altro che la morale a cui dovrebbe ispirarsi la cattolicissima Italia.

“Voi eravate spiritualmente morti, a causa dei peccati che avevate commesso, perché come tutti gli altri, avevate ubbidito al principe della potenza dell'aria, che agisce nel cuore di coloro che disubbidiscono al Signore. Del resto, noi tutti eravamo proprio come loro e facevamotutte quelle brutte cose che le nostre passioni e i nostri cattivipensieri ci suggerivano. “ (Efesini 2:1-3)

MI spiace, signora Alfano, l'utrasettantenne che cita non è la causa, ma il frutto dell'albero che, per quaranta anni (e forse molto di più) abbiamo fatto crescere nelle nostre case. E' il frutto di un mondo malato,che cerca di esorcizzare il suo male, cercando il colpevole, perché non vuole accettare che la colpa, qui in Italia e non solo, un po' per uno, spetta a tutti.


Marco

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