martedì 26 agosto 2014

Sono un pastore di successo! | 26 Agosto 2014 |

L'agiografia auto celebrativa di un pastore esaurito!
E' da un po' di tempo che mi capita di leggere sul web le storie di questo o di quell'altro “pastore di successo”,  che ha guidato un risveglio in una città, oppure ha aiutato tramite la Parola di Dio una certa nazione ad uscire dall'impasse morale in cui era caduta. O che ha fondato una serie di chiese connesse con migliaia di membri ciascuna; o che ha iniziato un ministero internazionale per i rifugiati.

Intendete, l'invidia, tra i tanti peccati che allegramente pratico ogni giorno, è quello che meno si confà alle mie strutture mentali; e, sinceramente, non vorrei (per la maggior parte) essere nei panni di quei pastori: non mi sono mai sentito “comodo” fuori dal mio ambito prettamente “paesano” (anche se per quasi cinque anni sono stato chiamato a farlo, organizzando conferenze a livello nazionale con ospiti da tutto il mondo).

Sarà il caldo che non c'è in un'estate anomala, sarà la “boa” appena girata dei miei cinquantadue anni, sarà una famiglia (la mia) in “fuga” in terra inglese con un padre e marito rimasto (per scelta) malinconicamente solo soletto in casa, sarà perché, gira gira, non c'è nulla di degno  in TV da vedere oltre  a “The Big Bang Theory” e Montalbano... sarà il “mix” di tutto questo, ma stasera mi sono trovato inconsapevolmente a riflettere su cosa significhi essere un pastore di “successo”.

E' facile sentirsi “di successo” quando predichi di fronte a migliaia di persone, guidi una denominazione nazionale, hai chiese sparse in un mezzo continente... ma per chi, come me, ha venti membri, che vengono la domenica in chiesa talvolta “a rotazione” , come funziona?

Come si misura il “successo” di una persona che è stata chiamata da Dio ad essere il “bue che trebbia” nei campi del Signore? Si calcola in termine di “membri” della propria chiesa, di ministeri internazionali, di visibilità... o cosa?

Stento a credere che il Signore abbia una graduatoria per coloro a cui ha assegnato un compito per il quale, quando saremo dinanzi a Lui, dovremo rendere conto; e men che meno credo che assegnerà punti a seconda della consistenza o della visibilità mediatica delle chiese da loro guidate, altrimenti non ci sarebbe nessuno a voler guidare una chiesa segreta in Corea del Nord o in Siria.

Se non sono allora quelli che ho citato prima i parametri con cui possiamo stabilire se un pastore è di successo o meno, e ammesso che serva (la risposta è, ovviamente, NO... ma proviamo a giocare con le abitudini umane di fare graduatorie), quando o perché possiamo dire che un pastore è tale?

Per far questo, ho ripercorso mentalmente i miei ventidue anni di servizio al Signore, ritrovando gli eventi che hanno segnato il mio cammino sin qui; e, incredibilmente, ho scoperto di essere anche io un “pastore di successo”. Successi "minori", intendete, rispetto a quelli di un Billy Graham, o di un Rick Warren, o di un Mark Driscoll o di altri che vengono visti come le “vette” per i loro sostenitori (e le “fosse marine” per i loro detrattori); ma sono successi che mi appartengono, donati per la Grazia di Colui che mi ha chiamato a servirlo

Li offro così, in ordine sparso, alle persone che più amo nell'ambito delle chiese, i pastori delle piccole comunità locali; operai oscuri e mal pagati (MAI PAGATI, dovrei dire) per i quali il successo non è la propria faccia sulla rivista cristiana, su un magazine internazionale, o sul sito web "Christianity Today" o "Evangelici.net", ma la saracinesca del garage che, anche questa domenica, si alza per far incontrare un variegato popolo di gente che ha bisogno di conforto, amore, guida.

Li offro loro, perché possano ritrovarsi in alcuni di essi, riflettere e magari fare una loro lista, per scoprire che, al di là dei numeri o della visibilità, sono “pastori di successo”... per la grazia di Dio che li ha chiamati.

---

  • Sono un pastore di successo perché Dio mi ha affidato un carro da tirare, non una Limousine con autista su cui sedere.

  • Sono un pastore di successo perché ho avuto persone che hanno creduto in me e hanno visto i miei doni, fornendo il suolo fertile dove poterli far crescere.

  • Sono un pastore di successo perché nonostante due scissioni, la chiesa che conduco ancora esiste, e si incontra ogni domenica.

  • Sono un pastore di successo perché ho un piccolo staff di tre persone che mi aiuta a decidere, ma che accetta che sia io a decidere.

  • Sono un pastore di successo perché non sento la voce diretta di Dio da una nuvola, ma la devo cercare ogni giorno, e ogni giorno Dio mi parla (tranne quando decido io di non parlargli... e accade!).

  • Sono un pastore di successo perché le persone in chiesa mi cercano per avere consigli.

  • Sono un pastore di successo perché manco alle persone di chiesa quando non ci sono.

  • Sono un pastore di successo perché, nonostante debba predicare ogni domenica, il Signore mi dà spunti e ispirazioni ogni domenica.

  • Sono un pastore di successo perché ciò che Dio mi dà a predicare, lo predico per prima cosa a me stesso, cercando di obbedire e di cambiare la mia vita.

  • Sono un pastore di successo perché, nonostante debba predicare davanti a poche persone, il Signore mi dà gioia nel trasmettere quello che Lui mi ha dato a quella gente eletta.

  • Sono un pastore di successo perché sono sopravvissuto all'ironia dei miei migliori amici e familiari che mi vedevano come uno “un po' strano”.

  • Sono un pastore di successo perché il Signore mi ha dato la possibilità di piantare la prima chiesa evangelica mai esistita (che io sappia) nella mia città.

  • Sono un pastore di successo perché vedo la gioia negli occhi dei giovani della mia chiesa quando suonano per il Signore.

  • Sono un pastore di successo perché le persone in chiesa si incontrano tra di loro senza che sia io a sollecitarli.

  • Sono un pastore di successo perché le persone nella chiesa si aiutano vicendevolmente senza che sia io a suggerirlo.

  • Sono un pastore di successo perché le persone della chiesa sanno che amare non è un sentimento ma un'azione.

  • Sono un pastore di successo perché nonostante non abbia frequentato la facoltà teologica di qualche università il Signore mi ha scelto  lo stesso.
---

Sono un pastore di successo perché Dio ha scelto che io lo sia. Spetta a me onorarlo, facendo il suo lavoro con tutto me stesso.

Marco

Share:

RIFLESSIONI E PROSPETTIVE

Appunti di viaggio dal Pastore - - - Avviso: questo sito non è affiliato con la chiesa che è stata chiusa definitivamente il 1 Ottobre 2023, ed è pubblicato al solo scopo di insegnamento e come archivio dei 26 anni di storia della chiesa stessa.
Archivio gestito a cura della Associazione Culturale "I Tralci" - Montefiascone (VT)
______________________________

Tutte le riflessioni per data

Cerchi una chiesa Evangelica?

______________________________