domenica 27 novembre 2016

L’agiografia universale per un dittatore | 27 Novembre 2016 |


Come nelle migliori occasioni, la morte di Castro ha scatenato l’intero mondo mediatico (dai social alla carta stampata, passando per TV e siti web) in una pomposa “agiografia” (dal greco “agios” = santi e “graphos” = scrivere, ovvero narrare la storia dei santi), illustrando la gravissima perdita per l’umanità provocata dalla sua dipartita.
So che sarò impopolare, ma, da credente, non mi sento di partecipare al banchetto agiografico del mondo. E’ morta una persona che ha liberato il suo paese da una dittatura moderna e spietata, ma condannandolo all' isolamento dal resto del mondo e facendolo piombare pian piano in un medioevo moderno (quanti nei viaggi a Cuba non hanno perso l’occasione per farsi foto accanto ai “macinini” d’epoca, le macchine americane degli anni cinquanta che giravano per le vie di Avana?).
Mugabe... e la sua divisa
Una persona che ha condannato il suo popolo ad una povertà così nera dove il sesso con gli stranieri era l’industria tra le più fiorenti dell’isola.
Una persona che aveva si ideali, ma non rispettava quelli degli altri, imprigionando e torturando i suoi avversari.
Una persona che era fieramente atea (posizione rispettabile) ma intollerante a qualsiasi apertura ad altro che non fosse la sua fede in Marx, e per questo ha perseguitato in modo sistematico i cristiani, salvo aprire al Vaticano a fronte di prestiti dallo Ior.
Sinceramente, non ho motivo di essere più triste per la morte di questa persona che per quella di ogni altro dittatore, magari meno simpatico e meno "alla moda". Nessun sito, nessun social, nessun giornale penso si sperticherà nella medesima corsa agiografica quando morirà, ad esempio, Robert Mugabe, dittatore dello Zimbabwe più o meno dello stesso millesimo di Fidel. 
Eppure, anche Mugabe ha liberato il suo paese, la Rhodesia, dove la dittatura feroce era quella dei bianchi sui neri. Anche lui aveva ideali, e voleva trasformare il suo popolo in una “casa di pietra” (da cui il nome dell’ex Rhodesia, ora Zimbabwe, ovvero “case di pietra”). Anche lui ha fatto precipitare il suo popolo in un medioevo moderno, distruggendo infrastrutture ed economia. Anche lui ha torturato ed ucciso i suoi oppositori, e perseguitato i cristiani. Quando questo accadrà (e qui sono facile profeta, in quanto la venerazione di Fidel era cominciata ben prima della sua morte), quale sarà la differenza che spingerà i media e i social verso questa palese disparità di trattamento mediatico?



Fidel, la sua barba, il suo sigaro... e la sua divisa

La differenza di Fidel sta forse nella sua barba improbabile, o nel sigaro cubano, o nelle storie della guerriglia con il Che...non so. Fatto sta che Castro era un dittatore “palatabile” a noi occidentali, Mugabe no. E’ morto un dittatore: uno dei tanti. Particolarmente feroce verso i miei fratelli e le mie sorelle in Cristo. A lui la mia pietà da credente, augurandomi si sia pentito di ciò che ha fatto in vita e possa presentarsi “leggero” davanti a Dio. Non altro.

Marco
(Qui sotto alcuni approfondimenti per non dimenticare chi sia l personaggio che è morto)
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